Ebbene si! sveliamo tutti i misteri su cosa si intende per trattamento/lavaggio del Cashmere.
Stavo scrivendo il mio ultimo pattern quando ho scoperto che tutte le indicazioni che fornivo, potevano essere da sole un articolo del blog.
Credo che interessi molte persone e lo pubblico. Spero vi faccia piacere.
Da quando ho iniziato la mia avventura con la Compagnia del Cashmere ho studiato meglio questo aspetto puramente “tecnico” del fare la maglia (ogni tanto bisogna fare anche questo……)
Per poter rendere al massimo del suo splendore, il cashmere necessità di un semplice processo di lavaggio al termine dell’esecuzione.
Perché il risultato finale sia esattamente come vi aspettate è opportuno che anche il campione subisca lo stesso identico processo che si farà sul capo finito.
Il contatto con l’acqua farà aprire le fibre del cashmere, il detergente eliminerà gli ultimi residui di lavorazione, l’ammorbidente renderà le fibre più scivolose. Se scegliete l’uso della lavatrice, una centrifuga leggera aiuterà la fuoriuscita del “velo” caratteristico del cashmere. Un delicato “halo” sulla superficie che lo fa sembrare morbido solo a vederlo…
Potete farlo sia A MANO (per avere una mano soffice ma poco pelo in superficie) che IN LAVATRICE (si ottiene la mano del cashmere così come lo si compra…in boutique…).
Io, che volevo vedere in cosa consistesse la differenza fra i due metodi ho eseguito 2 campioni e gli ho trattati ognuno con un sistema diverso.
Quindi li ho lavorati entrambi:
– montando 30 maglie
– per 15 ferri di coste ritorte con i 4 1/2 mm
– per 36 ferri a maglia rasata con i 5 mm
Eccone uno pre lavaggio:
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Cashmere da trattare – (no comment…) |
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Cashmere trattato a mano – Bello, decisamente. |
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Cashmere trattato in lavatrice – Una meraviglia per gli occhi e il tatto !!! |
Distendi quindi il lavoro su un altro asciugamano asciutto, mettendolo in forma secondo le misure previste, aiutandoti con alcuni aghi se occorre. Lascia in posizione orizzontale fino a perfetta asciugatura.
Una passata di vapore (a distanza!) attraverso un panno sul ancora impercettibilmente umido, sarà sufficiente a renderlo perfetto.
Per la manutenzione, comportatevi come per un qualsiasi altro capo in maglieria pregiata ma non ripetete mai più il trattamento! Ulteriori passaggi successivi nel rimestio del cestello e dalla centrifuga lo infeltrirebbero sicuramente (sigh…)
Attenzione: esiste un fenomeno chiamato “rientro”, cioè una minima riduzione delle misure dopo il trattamento del tutto fisiologico. In uno specchietto semplice si notano meglio quali sono i diversi margini di rientro dei campioni da me seguiti:
Per sviluppare il modello utilizzate dunque le misure del campione già trattato.
Il capo finito, anche se al termine del lavoro vi sembrerà terribilmente grande, dopo averlo lavato come l’iniziale campione, sarà finalmente delle misure che avete previsto.
Avrete così un capo unico e pregiato. E se avete la fortuna di possedere una macchina da maglieria e la sapete usare, il risultato sarà identico a quello dei capi industriali. Promesso.
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Karsha – Color cipria |
In uno dei prossimi post vi dirò cosa sto facendo con questo color Cipria…il cardigan Bon-Ton della stagione: Good girl.
Il nome la dice lunga…..
Grazie mille per tutte le spiegazioni ! Una domanda: come lavorare e con quel numero di ferri un cashmere cobweb non trattato ?
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Ciao Chiara!
Il cobweb è usato perlopiù per fare il pizzo quindi, come sempre con questa tecnica, prediligi un numero di ferri che crei un tessuto bello “vuoto” e che possa essere ulteriormente aperto in fase di bloccaggio.
Non scenderei al di sotto del 2,5 mm (ma pure un 3 o 3,5 mm…). Molto dipende dal tipo di pizzo che vuoi realizzare: Estonian, Shetland, Oremburgh, etc… perché a seconda della tecnica cambia anche la fittezza del punto che si richiede.
Il cashmere non trattato è molto, molto delicato da lavorare in queste finezze. Si sfibra e si rompe facilmente prima di subire il leggero infeltrimento del trattamento che compatta e unisce le fibre, perciò occorre tenere una mano leggera e morbida sopratutto durante diminuzione, aumenti, accavallate, etc… Insomma, quando si smaneggia parecchio sulle maglie! 😉
Una volta che ci hai preso la mano però, non è impresa impossibile.
Prova! e poi fammi sapere come procede.
Ciao!
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é un piacere! passa quando e come vuoi di qua 😉
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ciao paolo..sono mariù..grazie per il consiglio..un abbraccio
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Ciao Mariù! esattamente come dici tu.
Direi che se ti veniva bene con la 6, farei un campione “multiplo”.
Cioè 50 giri a tens. 7, 50 a tens. 8, poi la 9, magari anche la 10…Sembra sprecato ma in realtà solo così potrai scegliere la “mano” che ti piace di più. Grazie d'essere passata. ciao
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ciao paolo..sono mariù…in fb maria mineo…ho realizzato un maglia per mia figlia questo inverno in pura lana cashmere..appena l'ho lavato si è infiltrito enormemente..non sono esperta.. ho sempre lavorato con i misti…siccome mi sono rimaste 2 rocche,che vorrei usare, se ho ben capito quando faccio il campione lo devo lavare…allora, che tensione devo mettere??lo devo fare molto lento quindi se normalmente metto tens 6,va bene tens 9….grazie un abbraccio
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Ciao Barbara. Il Nuncas lo conosco ed è veramente un ottimo prodotto…industriale. In questo periodo mi sto orientando verso i prodotti bio..ne parlerò.
Perchè non provi con l sistema “solo lavatrice”?. I margini di ritiro che ho io con questo sistema (vedi schema sopra) sono più o meno come i tuoi….t'assicuro che si fa molto prima!
Ah, e grazie per il consiglio su come lavare le matasse: pare semplice ma è un lavoro da professionisti !!!!!
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Daccordissimo Cristiana. Quello di cui parlavo nel Knit cafè on Web di ieri sera: un buon ed adeguato trattamento dei capi in fibre naturali ne prolunga lavita e li mantiene belli. Spero tanto che si diffonda l'uso dei prodotti bio, o quantomeno ci sia un ritorno a detersivi più…umanamante compatibili! Conto di approfondire l'argomento. A presto
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Grazie a te Sonia! mi fa piacere che ti sia servito a qualcosa. Quando finisci la sciarpetta, se ti va, mandami una foto. …ah, Paris…..
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ciao, in pratica hai follato il filato, il processo elimina la lanolina presente nelle fibre e fa uscire il pelo .
Ho iniziato a fare questa manovra dopo aver acquistato dalla compagnia del cashmere un lotto di coni di cashmere di vari colori, tra l'altro tutti bellissimi è un'ottima offerta questa, lavorandolo però sembrava spago, da qui la necessità delal follatura.
Mi ha insegnato un'amica che ha un allevamento di capre cashmere in Toscana, http://www.chianticashmere.com/Homepage/ io di solito lo faccio a mano, metto a bagno il capo finito in acqua a 40 gradi, con il detersivo per la lana, e lo manipolo un pò con il detersivo, lo lascio o a bagno per circa 1 ora, poi lo sciacquo e lo rimetto a bagno con un ammorbidente che si chiama SFELTRO della Nuncas, si compra nei colorifici o grandi magazzini,è veramente un prodotto speciale.
Poi prendo il tutto e lo metto in lavatrice per risciacquo e centrifuga breve, viene meraviglioso, il capo si ritira circa del 10-15%
Ho anche provato a follare direttamente il filato in matasse, bisogna stare attenti a fare bene la matassa legandola in più punti per evitare che si disfi e si ingarbugli, in questo caso le matesse poi si devono mettere ad asciugare, come facevano le nostre mamme quando recuperavano la lana di maglioni vecchi, infilandole su un manico di scopa e lasciate asciugare all'aria.
Barbara
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Bravo! Bel post, molti hanno dubbi e perplessità riguardo la manutenzione di capi così preziosi e poi, se ci pensi, alla fine è tutto molto semplice e logico.
Cristiana
Dragonfly
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Ohhh, GRAZIE!
Avevo giusto bisogno di questa spiegazione, passando per Parigi ho commesso un peccato di gola e ho comprato due gomitolini di Cashmere Habu con cui mi faccio una sciarpetta. Ebbene è come lavorare uno spago sottile, mi chiedevo giusto come trattarla alla fine. Ora so come fare!
Happy Knitting!
Sonia
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