Più volte mi sono chiesto cosa avrei pubblicato nel mio blog.
Uno dei commenti più frequenti da parte di chi ha visto i miei lavori è spesso: ” ma che mano regolare hai, come fai?”
…non ho mai saputo rispondere. O meglio, ho sempre pensato che fosse frutto dell’esercizio e di una certa mano stretta che ho mentre lavoro.
Vero. La mano naturale che si ha è certamente importante e fondamentale, l’esercizio pure. Ma pochi giorni fa mi è capitata l’occasione di riprodurre un campione per una filatura ed ho avuto modo di capire che c’è dell’altro a contribuire in tutto ciò.
Lo scopo della loro richiesta era di verificare se davvero, come affermava un’azienda che voleva acquistare il filato, l’irregolarità del risultato che loro ottenevano fosse la conseguenza di una mancanza di omogeneità del filato.
Per poterlo fare il più uguale possibile a quello eseguito da loro e non sapendo quale numero di ferri avessero utilizzato, mi sono fatto un piccolo “gauge test”.
A occhio ho immaginato che i ferri usati potessero essere quelli da 7 mm e mi son detto “proviamo a fare un test anche con un numero superiore ed un numero inferiore, e vediamo se c’ho ragione!” (voi non parlate mai da soli? vabbè. Io invece si. Alemeno nella mia testolina.. sarò matto? in gran parte penso di si!)
Ho messo su una ventina di maglie con i ferri da 6 mm, ho lavorato per una ventina di ferri, poi ancora venti ferri passando a quelli da 7 mm ed ancora una ventina con quelli da 8 mm.
Ecco qua il risultato
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FERRI IN PLASTICA: sono i meno scorrevoli di tutti anche se sono, sopratutto nei numeri più grossi, molto leggeri rispetto alle misure equivalenti di altro materiale. Li suggerisco per i filati di fibre scivolose: seta, viscosa, etc…
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FERRI IN LEGNO: di solito poco scorrevoli, anche se meglio della plastica. Soprattutto le ultime generazioni (ad esempio i KnitPro, ora prodotti anche con sezione quadrata. Utili per i lavori circolari perché non girano su sé stessi con conseguente arrotolarsi della maglia). Comunque, se decidete di comprare questo tipo, non risparmiate sulla qualità e sul prezzo: è fondamentale che siano di un buon legno altrimenti col tempo si imbarcano. E che siano stati levigati alla perfezione ed abbiano subìto una finitura altrimenti, oltre a mandare accidenti a chicchessia perché non scorrono, rischiate pure di sfilacciare il filato o peggio ancora di conficcarvi una scheggia nelle dita! P.S.: qualità non vuol dire necessariamente estetica. Un set di ferri in legno di rosa o d’ebano, meraviglioso, costa però come un villino a Courmayeur. Altri legni, duri e resistenti, costano meno e in termini di resa valgono lo stesso se non di più.
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FERRI IN BAMBOO: molto, molto più gradevoli al tatto di quelli in legno, anche se simili. Stesso discorso però: buona qualità e perfetta finitura (carbonizzati). E attenzione durante l’uso: quelli più fini, sino al 3-4 mm si rompono facilmente se forzate con una mano troppo stretta (chiedetemi perché lo so…). Un pregio è la quasi totale assenza di rumore prodotto mentre si lavora. Se il tikke-takke delle punte disturba il vostro partner, quello che siede accanto a voi in treno o se avete l’abitudine di andare a sferruzzare in bliblioteca (ma, a chi lo fa davvero dico: è luogo nato per leggere…in silenzio), ecco la soluzione.
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FERRI INOX: non si usano quasi più. Hanno una scorrevolezza media e si possono usare quasi per tutte le fibre. Però un grosso svantaggio: pesantissimi. Se mettete su molte maglie ed il lavoro è pure piuttosto lungo, rischiate una tendinite fra pollice e polso. Vanno tenuti ben stretti sotto l’ascella e questo causa notevole tensione alla spalla ed al collo (ahi, ahi…la vecchiaia…ma anche per questo ci sono dei “trucchetti che vi svelerò poi)
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FERRI IN ALLUMINIO: forse i più comuni e conosciuti. Solitamente di colore grigio, lucidi in conseguenza del trattamento protettivo che subiscono. Piuttosto leggeri, non hanno però la stessa scorrevolezza di quelli in inox.
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FERRI NICHELATI: I ferri più “speedy” che potrete trovare sul mercato. I più famosi, sono quelli della KnitPro (vedi sopra). Sono vuoti all’interno e super-super-leggeri. Le maglie scorrono che è una bellezza tanto che se il filato è leggermente scivoloso, ad esempio l’alpaca ed il cashmere, gli sconsiglio. Meglio per la lana e le fibre più comuni. O per il cotone, che scorre sempre con gran fatica. Costano un pò di più degli altri ma avrete fatto un acquisto di cui non vi pentirete mai. Attenzione però: hanno una punta accuminatissima. Quindi bisogna far pratica per evitare di prendere il filato “nel mezzo” della torsione. Ottimi dunque per i filati molto sottili che si lavorano male con…un’arma spuntata!
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FERRI ACRILICI o in FIBRA DI CARBONIO: bah…che vi devo dire. Quelli acrilici sono molto belli e colorati, adatti ai principianti perchè il filato scorre poco e non c’è il rischio che le maglie cadano con facilità. Come caratteristiche simili a quelli in plastica. Quelli in fibra di carbonio costano un patrimonio, sono davvero leggeri e una scorrevolezza media. Ma per quel prezzo preferisco l’alluminio. Un aneddoto personale: qualche anno fa ebbi una boutade con mio fratello, pescatore semi-professionista. “Senti un pò, Ale (Alessio)” gli dissi ” visto che le canne da pesca devono essere leggerissime e sono tutte in carbonio, perchè non inventiamo una gamma di ferri di questo materiale? Secondo me potrebbero avere successo”. E lui: “Macchè, mi sembra un’idea del kaiser. Lascia perdere. A chi vuoi che interessino?” Detto fatto… Ora si vendono invece, eccome!
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FERRI IN VETRO: per favore. Non scherziamo. Solo l’idea mi fa rabbrividire: freddi al tatto, delicatissimi. Bellissimi, per carità, ma rischiereste di frantumarne uno appena vi scivola di mano. Costano come uno swarovsky e sono altrettanto fragili. Usereste un vostro soprammobile per fare la maglia? Per gli amanti del genere: ce li ho per guardarli ma li uso poco….
Ciao Stefania. Non si può dire quali ferri siano migliori “per te”. Ognuno ha le proprie preferenze, una diversa mano, un modo diverso di tensionare il filo…insomma dipende da un sacco di fattori.
Credo che tu adesso stia usando dei ferri in alluminio (grigi), un po' pesantini e abbastanza scorrevoli, e che magari la tua mano un po' morbida (lo è?) rendono ancora più difficile lavorare un filato che sembra già piuttosto scivoloso dalla sua composizione.
Il cotono e più in generale i filati asciutti e ben ritorti sono più “sdrucciolevoli” di altri.
Quindi potresti provare un paio di ferri in bamboo che hanno un scorrevolezza media e sono leggerissimi. Inoltre sono piacevolissimi da toccare, molto più dell'ORRIDO alluminio! 😉
E così magari risolvi anche il problema della mano diversa fra ferri d'andata e ritorno e non sei più costretta a usare due numeri diversi! a volte è proprio il peso del ferro che costringe a movimenti strani che creano una maglia disunita!
Fammi sapere come va! A presto. Paolo
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Per lavorare un filato 50% cotone + 50%lana sono utili ferri in bambù o legno? che differenza c'è fra i due ? Ora sto usando quelli in alluminio color grigio n. . 4 1/2 (per diritto e 4 per rovescio)e le maglie mi cascano sempre .Oltre a colpa mia ,credo che i ferri c'entrino anch'essi
Cosa mi consigli ?Grazie stefania c.
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Ciao Alice! che piacere (e che onore!) vedere un tuo commento sul mio blog. Quindi grazie assai.
In effetti, in questo post, non affronto l'argomento “come fare un campione”, che ho intenzione di trattare più in là..ma troppo vasto è l'argomento e non credo che un solo altro articolo sarà sufficiente…
Ah…Per chi non conosce i termini tecncici: “bloccare”, come dice Alice, è un termine italianizzato del verbo “to block”, cioè “bloccare/fissare”
Grazie ancora Alice
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Un'annotazione sulla regolarità delle maglie: non è mai pssibile valutare la regolarità del lavro prima di aver lavato e bloccato campione o capo!
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Ciao Caludia, prova a vederla così: ogni campione fatto è un quadrato per un plaid!
Credimi, non ne occorrono poi così tanti ad esempio se devi fare una copertina per un nascituro. A me è successo. Gli ho messi tutti insieme ed è stato molto apprezzato.
Ancora: seutilizzi spesso lo stesso filato, diciamo a maglia rasata, quando lo hai fatto la prima volta non lo dovrai rifare mai più! ….sempre che usi gli stessi ferri…. (-:
Un abbraccio
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si si, davvero bel post! peccato che anche io sia una che il campione non lo fa mai, e poi si ritrova a disfare il lavoro perche non è preciso!!
Comunque questo post mi piace molto .
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Vero Irene? eppoi, oltre che la perdita di tempo ed allo stress, il filato si rovina a fare e disfare in continuazione..hai voglia a lavare o vaporizzare. Nuovo non torna!
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Bravo Paolo, lo dico sempre anche io. Fate il campione prima, altrimenti dovete disfare tutto dopo!!
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Sarà l'esperienza, lavoro a maglia da tanto tempo…
Ti seguirò si.
Ciao
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eh…vabbè Rosanna..stesso discorso di prima. Il campione sarebbe essenziale, ma tu ti diverti e sei soddisfatta del risultato, tant'è!
Un abbraccio e continua a seguirmi. Mi fa molto piacere
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Utilissimi i consigli sui vari tipi di ferri e sul loro uso ma in genere non faccio campioni :-))
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E lo spero bene! te che sei tanto allergica ai campione…Vabbè, comunque ognuno ha il suo “metodo” e se ti soddisfano i risultati, la cosa più importante è che ne sia contenta tu…
Ma io non demordo e continuerò a sfinirti sull'argomento!
Un abbraccio
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Grazie mille Mette, per i preziosi consigli.
In futuro ho intenzione di fare un post sul trattament del campione e ne terrò conto.
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grazie paolo, molto utile il tuo post. Vediamo se mi riesce darti retta per i prossimi lavori! Un caro saluto deanna
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i lavori/prove non sono determinati solo dalla scelta dei ferri (tipi, numero ecc) ma anche la mano! guarda che un giorno puoi lavorare più “lento” del giorno dopo! prova.
inoltre, un consiglio per i campioni – se li fai per un “grande” lavoro:
1. non chiudere le maglie alla fine, tendono a dare una forma scorretta allla prova – passa un filo con un ago e lascia le m così
2. lava la prova, asciuga e poi vedi! 😉
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